Test mascherine: 14 su 20 con batteri responsabili di meningiti e polmoniti

Un laboratorio svizzero ha eseguito un test sulle mascherine di 20 pendolari e quello che hanno scoperto non è confortante.

La rivista svizzera per i consumatori K-Tipp ha deciso di esaminare le mascherine utilizzate per verificare se fossero contaminate.

Hanno raccolto venti mascherine usa e getta da dei pendolari a Zurigo e hanno commissionato il test a un laboratorio svizzero. Operazione che non è stata facile visti i tanti rifiuti a causa del coronavirus.

I risultati ottenuti dal laboratorio non sono molto rassicuranti. Undici delle venti mascherine contenevano più di 100.000 colonie batteriche di cui tre, addirittura, superavano un milione.

Test sulle mascherine: cosa ha trovato il laboratorio

I tecnici del laboratorio che hanno effettuato il test hanno trovato stafilococchi su 14 mascherine. Si tratta di batteri che potrebbero causare polmoniti e meningiti.

Invece su 15 hanno trovato muffe e lieviti (funghi) che, secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera, potrebbero essere responsabili di irritazioni alle vie respiratorie e agli occhi.

Inoltre l’ambiente caldo e umido che si forma tra mascherina e bocca favorisce la proliferazione di questi agenti patogeni.

Attualmente i dispositivi di protezione sono obbligatori in molte situazioni. Quello che non viene spiegato è il corretto utilizzo.

La mascherina usa e getta dovrebbe essere un dispositivo di protezione contro il coronavirus. Serve per bloccare le goccioline prodotte con un colpo di tosse, con uno starnuto o quando si parla, che potrebbero contenere il virus.

Sembrerebbe che in tanti utilizzino la stessa mascherina usa e getta per giorni o addirittura per settimane senza mai cambiarla.

Molti le tengono in tasca o legate al braccio oppure in macchina attaccate al cambio. In tal modo, le condizioni igieniche delle mascherine nella maggior parte dei casi non sono delle migliori.

La raccomandazione degli esperti è di cambiarle regolarmente appena si inumidiscono e cercare di non toccarle.

Il rischio è quello di ottenere più effetti collaterali che benefici a causa di un utilizzo scorretto. Ricordiamo che anche i dispositivi di protezione possono risultare dannosi e pericolosi.